Ospedale Veterinario, Roma
Giovedì 10 marzo 2011
Siamo arrivati lì verso le tre, dopo due ore in un’altra clinica andate per capire che la sondina non era sufficiente per salvare la micia di cinque mesi che non aveva un polipo nel naso come si pensava ma un alien nella testa, un tumore enorme. Dopo mesi che, di clinica in clinica, a Pescara, le veniva prescritto cortisone come antinfiammatorio e antidolorifico, una diagnosi esatta non era ancora stata fatta ma si era arrivati comunque alla conclusione che le attrezzature per un intervento chirurgico atto ad asportare quello che pareva un polipo non c’erano se non a Roma.
Puss respirava a mala pena e piangeva sangue, letteralmente, lacrime di sangue.
Sono stata lì sotto, lì dentro, con Marzia e Geoff, ad aspettare la tac, i risultati della tac, la diagnosi, la prognosi, tutto, per cinque ore. Non sono riuscita a fotografare altro, per stato d’animo, ma ho visto ed ascoltato decine di storie.
Il cagnolino mezzo divorato dal rottweiler assassino, le due miciotte di diciotto anni, due sorelle tra le quali una cieca da tre giorni, il cagnolone mezzo paralizzato, quello con i calcoli, quello con il muso legato, un rottweiler nero, che usciva dall’ospedale e solo a vederlo lo sguardo del cagnolino, Zed se non ricordo male, è andato in alto interrogativo terrorizzato mentre si accucciava tra me, la mia sedia, le mie carezze e quelle della sua padrona. Questo non lo dimentico. Mi ha raccontato per filo e per segno il momento in cui il rottweiler l’aveva azzannato: aveva appena aperto la porta dell’auto e Zed non aveva fatto nemmeno in tempo ad appoggiare a terra tutte e quattro le zampe che il cane infuriato gli si era scagliato addosso e l’aveva afferrato con i denti in pieno corpo, come se fosse stato un bastone, per poi sbatterlo in aria senza mai mollare la presa finché non l’aveva avuto inerme tra i denti e non glielo si riusciva a togliere da lì, m’ha detto poi, senza rischiare di venir aggrediti a propria volta; lei stessa, mi ha raccontato, ha rischiato la vita nel momento in cui è riuscita a recuperare il suo Zed inerme per correre all’ospedale degli animali dove l’avrebbero salvato per un soffio. Mi ha spiegato che il rottweiler in questione veniva tenuto in un terrazzo e lasciato libero di rado nel maneggio in cui viveva originariamente per badare ai cavalli. Mi ha spiegato che i rottweiler sono pericolosi perché ce ne sono di assassini, addestrati al combattimento, che per il solo, solito fatto che si vendono, che “vanno di moda”, mi ha detto, vengono fatti riprodurre comunque. Mi ha raccontato che pochi giorni dopo quello stesso rottweiler ha aggredito un altro cane e che stavolta è scattata la denuncia che lei non aveva fatto per non rovinare finanziariamente il padrone di quella bestia tra le altre cose neanche assicurata. “E’ successo che è morto anche un ragazzino”, ha aggiunto poi: “qualche giorno fa, al parco, qui vicino, aggredito da un rottweiler.”
E non aggiungo altro, sarebbe troppo ora, dico solo che Puss, la micina, sta bene adesso, l’operazione è andata meglio di quanto si pensasse, respira tranquilla ed “ha una gran voglia di vivere”, ha detto il chirurgo che, ha detto anche, non aveva mai visto nulla di simile.
Oggi
Questa storia l’avevo già scritta, un po’ per sentirmi meglio dopo la fatica emotiva di quella lunga giornata, un po’ per raccontarla… L’ho riscritta ora perché ieri sera ho visto per la prima volta il sito del canile de L’Aquila e letto un articolo su Titikum, l’orca assassina che si spera dia il via alla liberazione non solo delle orche nelle piscine e degli altri animali da circo ma, in un giorno che si spera non lontano, di tutti quegli animali tenuti in cattività per motivi che non siano di salvaguardia o cura.
Passo e chiudo con un doveroso tributo a Kanellos ed un ringraziamento a Vik che me ne ha fatto conoscere le gesta eroiche.
Animal Revolution:
s t a y a n i m a l !
La signora non ha conoscenza dei cani e invoca l’estinzione dei Rotwailer chiamandoli assassini. L’aggettivo va rimandato all’animale uomo, l’unico vero assassino al mondo; è lui il condizionatore degli animali che possiede. Il Rot non combatte, questa maledetta pratica è inventata da uomini delinquenti, non è in grado di sopraffare il Pit Bull, la mascella più forte fra quelle canine. Ma il Pit è il cane più serio e tranquillo del mondo, finché non è addestrato al combattimento. Io ne ho una che gira sciolta, ignora gli altri cani, esclusi gli amici del cuore, e socializza con gli uomini. Quindi attenti a prendere
per buone certe affermazioni senza basi conoscitive.
Mi trovi d’accordo su questo. Mi sono limitata a riportare quanto ho vissuto, nel limite delle mie possibilità di farlo, proprio per creare uno spunto di riflessione e/o discussione in merito.
Mi è capitato di conoscere un pit bull dolce quanto il tuo, perciò mi fa piacere sentirtene parlare con cognizione di causa, tanto più che non avendone io stessa mai accudito, curato, cresciuto, avuto uno non potrei mai esprimere un punto di vista accurato quanto il tuo sulla questione.
Grazie per il commento.
Bentrovato
possa un giorno tutto l’umanità pensarla come te.
Grazie Riccardo. Speriamo
titaka, fanno pubblicità sul tuo blog!
visto, grazie Fausto
Ciao! La mia Pit è morta il 30/9, non potevo vivere senza. Siamo andati al canile, ci hanno presentato Susy tenuta in gabbia da 8 anni, dicendo che non aveva nulla, buona con gli uomini ma non va d’accordo con cani, hanno detto, la tenga al guinzaglio almeno tre mesi.. Ci è piaciuta subito, aperto il bagagliaio e portata via.
Risultato: il giorno dopo la portavo sciolta nel solito boschetto, gioca con i maschi con “femminile” irruenza, passa vicino ai gatti e tira dritto, fa le feste a tutti, obbedisce al fischio arrivando a gran velocità, prende il premio, si capisce.
Un vero tesoro. Peccato non abbiano detto che ha la leihsmania dal almeno il 2006, non era sverminata, è intollerante, ha un fastidio al piede dx, si lecca in continuazione. L’avremmo presa lo stesso, ma le volontarie temevano non lo facessimo e sarebbe stato difficile trovare altri interessati. Vogliono solo cuccioli e temono i Pit.
Ma come abbiamo constatato la razza è ottima. Ho amici con i Rott, quelli bravi ne fanno cani normali da non temere. Ma loro richiedono un proprietario che li capisca e sappia educare, altrimenti succede quell’orrore che ci hai raccontato. In quei casi il Rott dovrebbe essere rieducato da persone esperte e eventualmente non essere riconsegnato.
Ciao, salutoni!
Stanotte ho sognato di incontrare un cane di taglia grande con i suoi due cuccioli e rispettiva padrona. Me ne regalava uno, dicendomi ch’era destino ch’io fossi passata di lì quel giorno incontrandola. Era bellissimo.
Un saluto a te e a Susy 🙂
Ciao titaka, non ti avevo letta, ma oggi mi è arrivato il commento dell’idiota che ho commentato sotto!
Tu hai sognato, invece Susy è realtà. Non potevamo trovare una Pit migliore! Ci adora, è ubbidientissima e molto intelligente, arriva a sistemarsi da sola la coperta sul tappeto davanti la mia scrivania. La notte dorme sul divano, quando e se le scappa viene da me e chiede di scendere. Se vuoi ci possiamo mettere in contatto su Fb.
Ciao!
L’hai portata in un luogo aperto il primo giorno? Che genere di boschetti?
Ti è andata bene. A lei di più.
È pieno di cani persi già nelle Staffette o nei primi giorni settimane e pure mesi dall’adozione.
Esiste una cosa che si chiama prudenza. Avrai anche valutato correttamente, ma non mettere quest’idea in testa alle persone.
Titaka, questo john è un criminale se lo prendo gli spacco le gambe. Maledetto umanoide. Si merita 944 torture, senza mai la grazia della morte! Se per dragon intende animali, cani in particolare!